Un altro particolare da notare nel dipinto è la resa del movimento attraverso le vesti ondeggianti e trasparenti della Ninfa Chloris e delle tre Grazie, raffigurate nei loro veli impalpabili così come menzionate da Seneca ( De beneficiis, I,3).
Poliziano, per parte sua, attinge a piene mani a numerose fonti antiche, Omero, Orazio, Ovidio utilizzando il travestimento mitico per raccontare il giovane eroe moderno, Giuliano, e la donna da lui amata, Simonetta Vespucci.
La stessa contaminazione di fonti vale per La nascita di Venere, in cui Botticelli modifica i due racconti da cui prende spunto, la teofania dalla spuma del mare raccontata da Esiodo (Teogonia, 188-200, 353) e l’arrivo della dea all’isola di Cipro (( Inno omerico ad Afrodite, vv. 3-13) sulla base della descrizione della nascita di Afrodite fatta da poliziano ( Stanze, I, 99-101)
Apparizione di Simonetta ( I, 43- 47 )
Candida è ella, e candida la vesta[P1] ,
ma pur di rose e fior dipinta e d'erba;
lo inanellato crin dall'aurea testa
scende in la fronte umilmente superba.
Rideli a torno tutta la foresta,
e quanto può suo cure disacerba;
nell'atto regalmente è mansueta,
e pur col ciglio le tempeste acqueta.
Folgoron gli occhi d'un dolce sereno,
ove sue face tien Cupido ascose;
l'aier d'intorno si fa tutto ameno
ovunque gira le luce amorose.
Di celeste letizia il volto ha pieno,
dolce dipinto di ligustri e rose;
ogni aura tace al suo parlar divino,
e canta ogni augelletto in suo latino.
Con lei sen va Onestate umile e piana
che d'ogni chiuso cor volge la chiave;
con lei va Gentilezza in vista umana,
e da lei impara il dolce andar soave.
Non può mirarli il viso alma villana,
se pria di suo fallir doglia non have;
tanti cori Amor piglia fere o ancide,
Sembra Talia se in man prende la cetra,
sembra Minerva se in man prende l'asta;
se l'arco ha in mano, al fianco la faretra,
giurar potrai che sia Diana casta.
Ira dal volto suo trista s'arretra,
e poco, avanti a lei, Superbia basta;
ogni dolce virtù l'è in compagnia,
Biltà la mostra a dito e Leggiadria.
quanto ella o dolce parla o dolce ride.
Ell'era assisa sovra la verdura,
allegra, e ghirlandetta avea contesta
di quanti fior creassi mai natura,
de' quai tutta dipinta era sua vesta.
E come prima al gioven puose cura,
alquanto paurosa alzò la testa;
poi colla bianca man ripreso il lembo,
levossi in piè con di fior pieno un grembo.

[P1]Cfr. La Primavera di Botticelli, la fanciulla, tradizionalmente identificata con la ninfa Flora, in abiti cortesi, col grembo ricolmo di fiori e la mano che li mescola
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