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venerdì 4 gennaio 2013

Per i ragazzi di 3 e...Buon Anno a tutti!




IL ROMANZO REALISTA EUROPEO

Il “realismo moderno” va collegato con l’atteggiamento cartesiano e galileiano che, nel XVII sec. cambiò radicalmente lo statuto epistemologico tradizionale: a una concezione del sapere che muoveva dalle idee generali per comprendere e dare forma al mondo si venne infatti sostituendo una disposizione “scientifica” che prendeva in considerazione individui particolari in situazioni particolari per poi, di lì, indagarne le relazioni dinamiche con la realtà.
  Il romanzo realista “borghese” si sviluppò a partire dagli anni ’30 in Francia con Stendhal e Balzac.
Cosa c’è di nuovo? Per prima cosa, sul piano del contenuto, la rappresentazione della realtà contemporanea. Il romanzo realista nacque infatti dall’esigenza di capire, e dunque di raffigurare, il mondo contemporaneo che si andava rapidamente trasformando in senso economico,sociale e politico. E’ questo il tempo di affermazione trionfante della borghesia, forza egemone in ogni ambito della vita sia economica che politica, che imporrà il suo modo di vivere, la sua etica produttiva e il suo sistema di valori.
Sul piano delle tecniche narrative il romanzo realista è caratterizzato da una narrazione onnisciente che mette in scena i punti di vista dei diversi personaggi ma che ancora si riserva la regia del racconto. Le cose cambieranno con Flaubert, inventore della cosiddetta “ impersonalità narrativa”, di una rappresentazione cioè distaccata, nella quale la voce narrante rinuncia a qualunque forma di commento e giudizio dall’esterno.
Un altro elemento di novità è costituito dalla larghissima presenza delle descrizioni, non più concepite come elemento esornativo ma come parte integrante del racconto, per delineare gli ambienti e i costumi della società su cui si appunta l’indagine.
Con  Il Rosso e il Nero di Stendhal per la prima volta il romanzo attinge la sua materia narrativa dalla cronaca: Stendhal si ispira infatti a un fatto di sangue accaduto in una regione della Francia in quegli anni. In seguito, saranno ancora gli scrittori naturalisti a introdurre i faits divers( fatti di cronaca) nel romanzo. Anche questa è una prova dell’attenzione alla viva realtà contemporanea manifestata dal romanzo realista borghese.
Negli anni ’30 cominciò la sua opera narrativa anche Balzac. Egli volle comprendere tutti i suoi romanzi all’interno di una compagine unitaria alla quale diedde nome Comedie humaine. Sua intenzione era quella di raffigurare tutte, , ma proprio tutte , le forme e i costumi della vita sociale francese dei suoi tempi. La Comedie humaine si articola dunque in parti, fra cui Scene della vita privata, Scene della vita di provincia, Scene della vita politica, Scene della vita militare.
 Un aspetto comune di questi romanzi è la rappresentazione dell’età della Restaurazione come un’epoca grigia e arida, dominata dal cinismo e dall’ambizione, nella quale si spengono i sogni eroici e gli ideali della grande stagione romantica.

Leggete i seguenti brani: nel primo, il giovane Luciene, giunto dalla provincia a Parigi pieno di sogni,  in cerca di gloria letteraria,  si scontra con la desolazione di una realtà dominata dalle sirene del denaro, del successo effimero, del lusso vorace che consuma fortune e destini.
  Nel secondo, il celebre Perdita d’aureola, Baudelaire  dichiara lo iato irrimediabile prodottosi nel mondo moderno tra la società borghese, dominata da meccanismi di produttività e mercificazione, e l’artista, privato del suo ruolo tradizionale di “vate”.










Balzac, da Illusioni perdute


Libri e giornali.

“Mio caro” disse gravemente Lousteau guardando la punta degli stivali che Luciene si era portato da Angouléme e che finiva di consumare “ vi consiglio di scurire i vostri stivali con l’inchiostro, per risparmiare la cera, di fare delle vostre penne degli stuzzicadenti, per darvi l’aria di chi ha pranzato quando andate a passeggio. Diventate praticante di un ufficiale giudiziario, se avete cuore, commesso, se avete piombo nelle reni, o soldato se vi piace la musica militare. Avete la stoffa di tre poeti; ma prima di avere sfondato, avrete sei volte il tempo di morire di fame, se per vivere contate sui prodotti della vostra poesia. Dunque le vostre intenzioni, stando ai vostri troppo giovani discorsi, sono di battere moneta con il vostro calamaio. non giudico la vostra poesia, è di gran lunga superiore a tutte le poesie che ingombrano i depositi dei librai. Quegli eleganti usignoli, venduti un po’ più cari degli altri a causa ella loro carta velina, vanno quasi tutti ad abbattersi sulle rive della Senna, dove potete andare a studiare i loro canti, se un giorno avrete voglia di fare un istruttivo pellegrinaggio sul lungofiume di Parigi, dopo l’esposizione di papà Jerome, al ponte di Notre-Dame, fino al Pont Royal. Incontrerete là tutti i saggi poetici, le Ispirazioni, le Elevazioni,l gli Inni, i canti, le Ballate, le Odi, insomma tutte le covate schiuse negli ultimi sette anni, muse coperte di polvere, schizzate di fango dalle carrozze. non conoscete nessuno, non avete accesso a nessun giornale[…] Mio povero ragazzo, anch’io sono arrivato come voi, con il cuore pieno di illusioni, spinto dall’amore per l’arte, portato dall’invincibile slancio verso la gloria. La mia esaltazione, ora repressa, la mia prima effervescenza, mi nascondevano il meccanismo del mondo; ho dovuto vederlo, sbattere in ogni sua ruota, urtare nei perni, ingrassarmi con l’olio, sentire il ticchettio delle catene e dei volani. Sarete necessariamente coinvolto in lotte orribili in cui bisognerà battersi sistematicamente per non essere abbandonato dai propri compagni. Queste ignobili lotte disincantano l’anima, depravano il cuore e stancano in pura perdita. I successi  montati o meritati, ecco quello che la platea applaude[…] Dopo molti tentativi, dopo aver scritto un romanzo anonimo pagato duecento franchi da Doguereau, che  non ci ha guadagnato granchè, mi è stato chiaro che solo il giornalismo poteva nutrirmi ”.

Da due ore, alle orecchie di Luciene, tutto si risolveva con il denaro. A teatro come nell’editoria, nell’editoria  come nel giornalismo, di arte o di gloria non si parlava. Mentre l’orchestra suonava l’ouverture, non potè fare a meno di opporre agli applausi e ai fischi della platea in subbuglio, le scene di poesia calma e pura che aveva gustato nella stamperia di David, quando tutti e due vedevano le meraviglie dell’arte, i nobili trionfi del genio, la gloria dalle bianche ali. Ricordandosi delle serate del Cenacolo, una lacrima brillò negli occhi del poeta.
“ Che avete?” gli disse Etienne Lousteau.
“Vedo la poesia in un letamaio” disse
“ Ah, mio caro, avete ancora delle illusioni”… “ lo vedete quel ragazzo goffo, senza né spirito né talento, ma avido, che vuole il successo a ogni costo, e abile negli affari, ebbene, esistono lettere in cui parecchi geni in erba sono in ginocchio davanti a lui per cento franchi.”
Una contrazione causata dal disgusto strinse il cuore di Luciene.
“ Piuttosto morire” disse.
“ Piuttosto vivere” gli rispose Etienne


L’influenza e il potere dei giornali è solo alla sua aurora” disse Finot “ il giornalismo è nell’infanzia, crescerà. Tutto fra dieci anni a partire da oggi, sarà di dominio pubblico.  Il pensiero illuminerà tutto…”
“deturperà tutto” disse Blondet interrompendo Finot.
“E’ una parola” disse Claude Mignon.
“ Farà i re” disse Lousteu.
“ E disferà le monarchie” disse il diplomatico.
 “Dunque”, disse Blondet, “ se la stampa non esistesse, bisognerebbe inventarla; ma eccola qua, ci darà da vivere”
“ Blondet ha ragione” disse Claude Mignon “Il giornale, piuttosto che essere un sacerdozio, è diventato uno strumento dei partiti; da strumento si è fatto commercio; e come tutti i commerci, non ha fede né legge. Ogni giornale è, come dice Blondet, una bottega in cui si vendono al pubblico parole del colore che vuole.  Se esistesse un giornale di gobbi, proverebbe mattina e sera la bellezza, la bontà, la necessità dei gobbi. Un giornale non è più fatto per chiarire ma per blandire le opinioni. Così, tutti giornali saranno allo steso tempo vili, ipocriti, infami, mentitori e assassini; uccideranno le idee, i sistemi, gli uomini, e per questa stessa ragione fioriranno.”




C. Baudelaire, Perdita d’aureola.

“Ehilà! voi qui mio caro? voi in un postaccio? voi, il bevitor di quintessenza, voi, il mangiator d’ambrosia? C’è da essere stupito, davvero.
“ Mio caro, sapete il terrore che ho dei cavalli e delle vetture. Prima, come attraversavo in gran fretta il viale, e saltellavo nella mota, attraverso quel mobile caos dove la morte arriva galoppando da tutte le parti contemporaneamente, la mia aureola, in un brusco movimento, m’è scivolata dal capo nel fango della massicciata. Non ho avuto il coraggio di raccattarla. Ho ritenuto meno spiacevole perdere le mie insegne, che non farmi rompere l’ossa. E poi, mi sono detto, non ogni male viene per nuocere. Ora posso girare in incognito, fare delle bassezze e darmi alla crapula come i semplici mortali. Ed eccomi in tutto simile a voi, come vedete!”
“Dovreste almeno mettere un annuncio riguardo all’aureola, o farla richiedere dal commissario”.
“Assolutamente no! Mi trovo bene qui. Voi, voi solo m’avete riconosciuto. Del resto, la dignità m’è venuta a noia. Poi, mi piace il pensiero che qualche poetastro la raccatterà e se ne cingerà sfacciatamente. Far felice uno, che piacere! e soprattutto, felice uno che mi farà ridere! Pensate a X, o a Z! Sarà proprio buffo, no?”





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