Per i ragazzi di terza
Parliamo di Romanticismo
In tutte le teorie mimetiche dell’Arte- quelle cioè secondo
cui l’arte riflette la natura-, il primato nel rapporto fra soggetto e oggetto
è dato all’oggetto: l’artista guarda fuori di sé più che dentro di sé.
L’Arte può rappresentare il reale come è o, più
spesso,selezionare e abbellire cercando così la natura ideale dietro quella
reale. L’Arte dunque per lo più abbellisce e migliora.
Tenendo lo specchio dell’Arte di fronte alla Natura, essa
può riflettersi non tanto in ciò che la grossolana realtà manifesta ma nelle
sue forme più perfette che stanno dietro o dentro il reale.
Nel 1800, nella Prefazione
alle Lyrical BAllads, Wordsworth
inverte radicalmente questo atteggiamento. Affermando che “ la poesia è lo
spontaneo traboccare di forti sentimenti”, egli formula una teoria secondo
cui è ora l’artista stesso l’elemento primo, generatore del prodotto artistico.
In termini generali, l’atteggiamento fondamentale di questa “ teoria
espressiva” si può riassumere nel seguente modo: la fonte e la materia prima
di una composizione poetica sono dunque gli attributi e i moti dell’animo del
poeta stesso. La materia di una poesia viene dal di dentro e consiste
dichiaratamente non di oggetti e nemmeno di azioni, ma del flusso sentimentale
del poeta stesso. Gli oggetti-
scrive Wordsworth- derivano il loro
valore non da ciò che realmente essi sono in sé, ma da quanto viene ad essi
attribuito dal soggetto. Non si tratta più dunque di rappresentare gli
oggetti cogliendone il valore universale ma di esprimere l’emozione .
L’attenzione si sposta dunque dall’oggetto sul soggetto poetante.
Si compie un vero mutamento epistemologico per quanto
riguarda il rapporto fra la mente e i sensi. LA mente non è più considerata una
“ tabula rasa” su cui si imprimono le immagini prodotte dai sensi; essa
partecipa attivamente al processo percettivo e nel fare ciò modifica e
trasforma la realtà.
Già un poeta del tardo Settecento, a cui si rifà
espressamente Wordsworth, aveva scritto
I nostri sensi, come la nostra ragione, sono divini
E creano in parte il
mirabile mondo che vedono.
non fosse per il
possente incanto di questi magici organi
la terra sarebbe
ancora un caos opaco e selvaggio.
Gli oggetti non sono
che occasioni; nostro è il vanto…
E’ l’uomo a creare
l’immagine unica, è lui che l’ammira.
La Natura infinitamente creatrice, suscitatrice di bellezza
non solo estetica ma anche morale, è la
principale fonte di ispirazione di Wordsworth.
Leggiamo questi versi tratti da Il preludio:
Dalla natura viene
l’emozione, e i momenti
Di calma sono
ugualmente doni della natura:
questa è la sua
gloria; questi due attributi
sono le fonti gemelle
che fanno la sua forza:
quest’influenza
duplice è il sole e la pioggia
di tutte le sue
offerte, egualmente benigne
nell’origine come nel
fine. Perciò avviene
che il genio, vivo
nell’alternanza
di pace e di
eccitamento, trova in lei
la migliore e più pura
amica: da lei riceve
l’energia con la quale
cerca il vero,
si desta, aspira,
prende, lotta vuole;
da lei felice quiete
della mente
per cui l’accoglie
quando non l’attende.
Tali benefici possono
ottenere le anime
Più umili, ognuna a
suo modo; sta a me
Dire di ciò che io
stesso ho capito e sentito:
compito ameno, chè le
parole scorrono, ispirate
da gratitudine e
fiducia nel vero.
[…]
La natura soprattutto
mi ridiede
-ristabilì nell’anima
Più profondamente –
quel più saggio spirito
Che, vedendo poco di
degno o sublime
In quel che celebriamo
con i nomi altisonanti
Di potere e azione, mi
apprese dai primi anni
A guardare con
sentimenti di amore fraterno
Le cose umili che
occupano
Un posto silenzioso in
questo mondo bello.
L’estetica tardo-settecentesca del Sublime poneva nella
potenza dell’emozione e della passione una delle qualità del sublime. Un’altra
idea molto diffusa nello stesso periodo era quella che portava a ricercare
l’essenza della vera poesia nella immediatezza e spontaneità del sentire dei
popoli primitivi. Per questa via si
venne a definire quell’idea di “genio” inteso come ciò che è spontaneo e
originario, espressione autentica della vita di un individuo o di un popolo.
Una idea comune nella filosofia ed estetica romantica,
soprattutto tedesca, fu che linguaggio e poesia si originassero insieme sotto
la pressione del sentimento.
L’arte a cui si volle assimilare la poesia fu la musica ( ut musica poesis), essendo la musica la
meno mimetica delle arti ( cfr. nell’estetica classicista del ‘500 e ‘600
l’ideale dell’ut pictura poesis).
Ecco allora nella poesia romantica la ricerca di accordi sonori, di musicalità,
l’evocatività delle immagini che si fanno simboli , le nuove parole di ciò che
è razionalmente inesprimibile.