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lunedì 31 gennaio 2011

Ancora un esercizio di lessico

Sostituisci alle parole sottolineate un altro termine che sia analogo per significato e registro espressivo.


Le macrosequenze e il sistema dei personaggi nei Promessi Sposi

I Promessi Sposi, per quanto riguarda il genere letterario, è un romanzo tipicamente borghese perché mostra la volontà del protagonista di affermare se stesso nell’agone della storia, così come la borghesia si afferma nella storia sociale del XIX sec. Ma è, prima di tutto, un romanzo storico, perché narra le piccole storie  dei protagonisti inserite nell’ambito dei grandi eventi della grande Storia. Manzoni inserisce le storie dei personaggi in una cornice del XVII sec., fingendo di trascrivere in chiave moderna la cronaca di un anonimo secentesco; espediente questo, adottato non solo per non incappare nella censura, ma anche per creare un effetto al tempo stesso di veridicità e di straniamento del lettore contemporaneo ( cioè del suo tempo, dell’XIX sec.) . Inoltre questa oggettività consente al narratore di sopperire ad alcune lacune del manoscritto e di proporsi come voce della coscienza morale  nei confronti della Storia. Tuttavia il romanzo può anche essere considerato un Bildungsroman ( “ romanzo di formazione”), poiché i personaggi cambiano profondamente o determinano il cambiamento negli altri. Tali sono le vicende di Gertrude, di Lucia, che si propone come un visiting angel nei confronti dell’Innominato, o di Renzo, di cui la storia delinea l’ “odissea” , intesa come itinerario di educazione morale alla ricerca della propria definitiva identità adulta.
 In tal senso il mutamento di Renzo si configura come un processo di iniziazione, che avviene grazie alla mediazione di Fra Cristoforo, il quale ha compiuto, a sua volta, un percorso di rigenerazione spirituale che lo ha portato ad abbracciare l’etica cristiana del perdono: questo sarà il messaggio che Renzo recepirà dal frate cappuccino, imparando a perdonare il suo antagonista. Prima di accogliere il messaggio evangelico, il giovane è spinto da una serie di circostanze fortuite a sperimentare, nel massimo momento di rischio, durante i tumulti di Milano, l’ipocrisia, la frode e la perdita di identità, per conseguire la definitiva maturità psicologica. Lucia invece ha già acquisito la verità nella fede: ella pur attraversando i centri del potere e della corruzione, mantiene costante la sua integrità morale.
  La struttura dei Promessi Sposi si presenta articolata in quattro macro-sequenze:
la prima presenta Renzo e Lucia insieme e approda alle liriche pagine dell’”Addio monti”
La seconda vede i due protagonisti divisi e li segue l’uno fino a Milano, nel cuore dei tumulti per il pane e l’altra fino al castello dell’Innominato
La terza, con i due ancora divisi, raccorda la piccola storia alla Grande Storia e giunge fino al tenebroso affresco della peste.
LA quarta, con i due fidanzati che si ritrovano, conduce al lieto fine.

mercoledì 26 gennaio 2011

Un esercizio di lessico e uno sui connettori


Sostituisci alle parole sottolineate un altro termine che sia analogo per significato e registro espressivo.


Il Circolo degli Scipioni

Le influenze che provenivano a Roma dalla cultura greca non lasciarono indifferenti i politici e gli intellettuali all’inizio del II sec. Due figure di spicco, in particolare, si lasciarono sedurre dal filellenismo del periodo delle conquiste: Scipione l’Africano e il pronipote, Scipione Emiliano, distruttore di Cartagine ( 146 a.C.). I due furono le anime ispiratrici del “Circolo degli Scipioni”, un cenacolo culturale che patrocinò letterati e amanti della cultura ellenistica per un paio di generazioni almeno.
  Il circolo degli Scipioni comprese anche intellettuali legati da vincoli personali all’Emiliano, come lo storico greco Polibio, giunto a Roma come ostaggio dopo la vittoria romana sulla Macedonia (168 a.C) o il filosofo Panezio di Rodi.
Proprio figure come Polibio e Panezio contribuirono in modo decisivo sia alla definizione di una teoria sul nuovo imperialismo romano sia alla formazione di un nuovo modello di  vir bonus, ossia di un aristocratico colto che fosse in grado di preparare la nuova classe dirigente ai problemi posti da un impero che si stava ampliando rapidamente.Il modello dell’aristocratico colto doveva sapere coniugare armoniosamente in sé valori universali e cosmopoliti, appresi dai Greci, con valori più quotidiani e cittadini attraverso l’etica dell’humanitas, valore indicato come il nuovo fondamento della virtus  romana. L’ideale etico dell’humanitas portava l’intellettuale a smussare le asprezze delle arcaiche virtù romane ( auctoritas, gravitas, dignitas) alla luce di nuove istanze filantropiche di stampo evidentemente ellenistico.

Il gusto per la finezza e la sensibilità filellenistica di questi aristocratici si scontrò presto con l’arcigno nazionalismo di Catone il Censore, rigoroso difensore della più pura tradizione romana.  Catone e i suoi seguaci avevano paura che l’amore per la cultura greca avrebbe portato nell’Urbe anche i “vizi” orientali e con essi una concezione di vita eccessivamente rilassata tra agi e mollezze che avrebbero tolto nerbo alla forza d’animo richiesta al cittadino romano. 

1.  Inserisci i connettori mancanti che possono assicurare coerenza logica e coesione  al testo scegliendoli tra quelli riportati sotto al brano

Caratteri della civiltà umanistica

Il Quattrocento è segnato da due fenomeni culturali di capitale importanza, strettamente intrecciati fra loro: il movimento intellettuale dell’Umanesimo …  la formazione di una nuova civiltà artistica. Entrambi i fenomeni ebbero origine e si svilupparono nelle città italiane, e … di lì, soprattutto a partire dalla metà del secolo, aprirono nuovi orizzonti all’intera cultura europea,… verso la metà del ‘500 … avrebbe espresso i frutti più maturi.
Il centro propulsivo della nuova cultura nelle sue manifestazioni letterarie  e artistiche fu la corte,… il mecenatismo principesco sosteneva … proteggeva l’attività degli umanisti,   a loro volta, con le loro opere celebravano e legittimavano il potere signorile. Nella realtà della corte gli artisti trovavano i committenti e i destinatari delle proprie creazioni … stringevano con essi un rapporto intellettuale fecondo, anche se talvolta problematico e contraddittorio: la stretta dipendenza di un artista dalla volontà signorile … garantiva la promozione e la vitalità della cultura, … poteva determinare le sorti dei diversi protagonisti.
 
Sullo sfondo dell’Umanesimo e della nuova civiltà figurativa vi era il progressivo emergere, in ogni campo del sapere e della vita civile, di nuove prospettive, sensibilità, costumi … possono essere definiti  “ laici ”. Rispetto alla cultura medievale si andavano affermando … i valori dell’esperienza terrena, della forza della parola umana … costruisce nuove forme di relazione e di convivenza fra gli uomini, delle qualità e capacità che contraddistinguono l’uomo nell’essenza della sua “humanitas”.  … conseguì una nuova idea dell’individuo e della sua dignità, fondata sul primato della vita attiva su quella contemplativa.
 Il nuovo modo di concepire la vita si impose, nel Quattrocento, con forza … sul piano intellettuale, letterario ed artistico, … sul terreno delle attività economiche e politiche. Si aprì l’era, per così dire, di un “ cristianesimo mondano”,  … anche i santi avevano il volto di intellettuali aperti alla cultura laica, come per esempio san Bernardino da Siena, le …opere sono profondamente permeate dal nuovo sapere umanistico.
  Dal punto di vista linguistico, nella prima metà del XV sec. la riscoperta e la rinascita del latino classico come lingua letteraria determinarono la prevalenza del latino sul volgare. Il latino degli umanisti obbedì in genere alle norme classiche di matrice ciceroniana, … talvolta si contaminò con con le strutture del volgare.


non solo…ma anche, e,  in cui,  dove, che,  ne, cioè,  di lì,  cui,  ma,   nper un verso… per un altro







lunedì 17 gennaio 2011

Qualche esercizio per migliorare la scrittura


Esercizio sulle forme della coesione


1.  Inserisci i connettori mancanti che possono assicurare coerenza logica e coesione  al testo scegliendoli tra quelli riportati sotto al brano


Dicendo che nella concezione cristiana il mondo è un’ombra (o una anticipazione o una prefigurazione) del vero mondo eterno dell’aldilà, si fa riferimento a un fenomeno che prende il nome di concezione figurale     un grande studioso tedesco di Dante, E.Auerbach ha utilizzato per una più profonda comprensione della Commedia.

    la Bibbia racconta che gli Ebrei furono liberati dalla schiavitù d’Egitto grazie al soccorso di Dio, essa racconta un fatto storico.      nell’interpretazione medievale questo fatto storico, vero in sé, prefigura un altro fatto storico ancora più importante: la liberazione dell’umanità, con la redenzione di Cristo, dalla schiavitù del peccato. Ebbene, in questo caso si dice che il primo fatto è figura      anticipazione e prefigurazione del secondo, nel senso che lo annuncia. LA concezione figurale si basa sul presupposto che entrambi i fatti messi in relazione siano storici.
   Secondo la concezione cristiana medievale, l’intera vicenda terrena è una anticipazione e prefigurazione del destino eterno.  L’originalità di Dante sta nell’avere assunto la prospettiva del destino eterno anziché quella terrena,       nell’avere concepito una visione che vede come già adempiuta la realtà figurale. Nella Commedia       il mondo terreno appare già interpretato dal giudizio divino e ci viene presentato dal punto di vista di tale definitiva interpretazione.
Consideriamo dal punto di vista della concezione figurale le due guide di Dante, Virgilio e Beatrice. La realtà umana e storica di tali personaggi è evidente,      non è in contrasto con l’esistenza di un soprasenso che arricchisce il loro significato nel poema. Virgilio è guida in nome della ragione e della sapienza terrena; Beatrice è guida in nome della teologia e della fede,       entrambi possono esprimere tali significati solo in quanto storicamente li hanno espressi.        Virgilio era ritenuto da una diffusa tradizione medievale un annunciatore della imminente venuta  di Cristo e una guida verso la conversione      egli stesso non si fosse convertito. Beatrice era stata per Dante sulla terra, come egli ha raccontato nella Vita Nuova, un’ispiratrice quasi angelica e uno stimolo al bene;        nell’aldilà tale funzione figurale si adempie   ella può guidare in modo compiuto il suo fedele fino al cielo più alto.

e, che, cioè, ma, benché, quando, infatti, dunque, ora


2. Trasforma in un unico periodo gli enunciati in cui compaiono le parole sottolineate, cercando le opportune forme di coesione

Per una breve stagione ( XI-XII sec.), nella cultura laica del mondo cortese si afferma un’idea dell’amore come passione naturale e fatale. L’amore non solo esclude ogni condanna moralistica, ma acquista il carattere di una forza positiva, dominata dalla bellezza e dalla virtù della donna.

Questo modello nuovo di passione assoluta trova il suo teorizzatore in Andrea Capellano. Questo tipo di amore ispira il romanzo cavalleresco europeo.

Nella tradizione religiosa medievale l’amore-passione porta all’inferno. Nella tradizione laica, influenzata dalle correnti materialistiche dell’aristotelismo, è disgregazione e follia.

In ambiente comunale è il poeta Guido Cavalcanti a dare voce all’esperienza più drammatica e negativa della passione d’amore. Questo non dipende solo dalla crudeltà della donna. Dipende soprattutto dalla natura stessa dell’amore. Cavalcanti indaga con rigore filosofico e scientifico la natura dell’amore, ispirandosi alle teorie allora dibattute all’università di Bologna.

A metà Trecento, anche lo scrittore laico Boccaccio rifiuta il pessimismo cavalcantiano. Boccaccio rivaluta l’istinto amoroso. Boccaccio anticipa anche una nuova morale che non demonizza più la natura e il piacere.



Esercizio sulla coesione testuale


Organizza in unico periodo sintattico gli enunciati semplici sottolineati


  1. La prima guerra mondiale rappresentò un’occasione importante per verificare la forza e le prospettive politiche dell’Italia. L’Italia era reduce da un decennio di modernizzazione. Giolitti in questo decennio era stato il dominatore incontrastato della scena parlamentare

  1. Nacque un animato dibattito tra gli interventisti e i neutralisti. Gli interventisti chiedevano l’intervento  in guerra dell’Italia accanto ad Austria e Germania. I neutralisti non volevano che l’ Italia entrasse in guerra. In un primo tempo fu quest’ultima linea a prevalere.  Infatti, il patto stipulato con la Germania e l’Austria prevedeva una alleanza di carattere solo difensivo. L’Austria invece aveva attaccato la Serbia.

3. Tra gli interventisti bisogna segnalare innanzi tutto coloro che vedevano nella partecipazione alla guerra un’occasione importante per l’Italia. Questa occasione era quella di affermare gli ideali di un’Europa libera e fondata sul rispetto delle nazionalità. Per altri motivi erano favorevoli all’intervento i liberal -conservatori che volevano voltare pagina rispetto al periodo giolittiano. Essi volevano partecipare al conflitto. Essi volevano ostacolare l’avanzata del socialismo. Volevano anche favorire lo sviluppo della grande industria e acquisire una posizione di forza sull’Adriatico.






domenica 16 gennaio 2011

Un "ingrandimento" dal XVII de Il Principe

Ciao ragazzi di 2A. Il mio primo lavoretto per il Blog è dedicato a voi.


Esaminiamo la struttura logico-argomentativa di un brano di Machiavelli, tratto da Il principe,  cap. XVII
Dovete adunque sapere come sono dua generazioni di combattere: l’uno con le leggi, l’altro con la forza: quel primo è proprio dello uomo, quel secondo delle bestie[P1] : ma, perché el primo molte volte non basta, conviene ricorrere al secondo[P2] . Pertanto a uno principe è necessario sapere bene usare la bestia e lo uomo[P3] .  
[…]
Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia , debbe di quella pigliare la golpe e il lione, perché il lione non si difende da’ lacci, la golpe non si difende da’lupi[P4] .
Bisogna adunque essere golpe a conoscere i lacci, e lione a sbigottire e’ lupi. Coloro che stanno semplicemente in sul lione, non se ne intendano. Non può per tanto uno signore prudente, né debbe, osservare la fede quando tale osservanza li torni contro, e che sono spente le cagioni che la feciono promettere.
 E se li uomini fussino tutti buoni, questo precetto non sarebbe buono; ma, perché sono tristi e non la osserverebbono a te, tu etiam non l’hai ad osservare a loro[P5] .


 [P1]Il periodo comincia con una affermazione di carattere generale ed è costituito di brevi enunciati coordinati fra loro.

 [P2]Il “ma” avversativo ha valore di correttivo rispetto alla opinione tradizionale. enuncia la tesi vera e propria. Da notare l’anticipazione della subordinata causale “poichè


 [P3]Il connettivo conclusivo “ pertanto” enuncia la tesi vera e propria

 [P4]Il primo enunciato ha valore causale , precede la principale e costituisce la premessa che giustifica l’affermazione contenuta nella prop. Principale. Questa è poi seguita da una nuova subordinata, introdotta da un “perché” con valore esplicativo-causale.
DA notare la presenza di parole appartenenti al “ lessico della necessità”

 [P5]I due periodi sono costruiti parallelamente con le subordinate anteposte alla principale. La prima costituisce una protasi di periodo ipotetico della irrealtà ed enuncia la realtà ideale; la seconda subordinata, di valore causale introdotta da un forte “ma” avversativo, contrappone alla “immaginazione” la “realtà effettuale” della cosa

Esercizietto di interpretazione.
Perchè, secondo voi, Machiavelli ricorre spesso all'anticipazione delle subordinate rispetto alla principale? 

domenica 9 gennaio 2011

Inaugurazione Blog

Nella fosca previsione di dovere rimanere a casa da scuola 15 giorni per lesione di un legamento, mi sono finalmente decisa a farmi un blog ( era da tempo che ci pensavo) dedicato ai miei studenti per tante belle attività didattiche  online ( ma non solo! ). Bene, invio questa presentazione nell'etere, in attesa di avere destinatari reali con cui comunicare.