In margine al verbo “inculcare” : notarella linguistica su una espressione di Berlusconi
La cultura profondamente illiberale di Berlusconi è stata rivelata una volta di più dall’intervento di sabato 26 febbraio al Congresso dei Cristiani Riformisti, nel quale il Premier ha attaccato duramente la scuola pubblica, definita “una scuola di stato” che vuole “inculcare” agli studenti idee e principi diversi da quelli che vogliono “ inculcare le famiglie”.
Ecco, il punto è questo: “inculcare”, cioè imprimere nella mente o nell’animo con la persuasione e l’insistenza. L’origine della parola è infatti il latino in-calcare ( calco, -as, -are), “premere”, “calpestare”.
“ Inculcare” è una parola terribile, generata da un pensiero sempre autoritario e generatrice di sottomissione e minorità, una parola di violenza terribile perché subdola e manipolatoria.
“Inculcare”, qualunque sia il soggetto, è sempre una prepotenza, un’azione di forza che comporta l’assoggettamento a una volontà esterna e nessuno, tantomeno una istituzione educativa, né la scuola né la famiglia, dovrebbe “inculcare” alcunché ma promuovere la formazione di persone libere.
Potete intervenire liberamente